Nella cause di affidamento dei minori (tanto in relazione a coppie sposate che di fatto) la sindrome da alienazione genitoriale o sindrome da alienazione parentale (nota anche con l’acronimo “PAS”) è teoria che trova sempre più spazio negli ambienti giudiziari come argomento di difesa (o di attacco) da parte di uno dei due genitori.
Lo psichiatra forense Richard Gardner, ideatore della teoria , descrive la PAS come una dinamica psicologica disfunzionale che si attiva nei figli minori coinvolti nelle separazioni conflittuali dei genitori.
Questa sindrome sarebbe provocata da un genitore alienante che mette in atto la coercizione della volontà dei figli causando agli stessi astio e rifiuto verso l’altro genitore (“genitore alienato”) attraverso una vera e propria ‘programmazione’.
La sindrome suddetta contrasta fortemente con il principio ormai consolidato, introdotto con la riforma del diritto di famiglia con la Legge n. 54 del 2006, della ‘bigenitorialità’, ovvero ‘il diritto dei figli minori di mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con entrambi i genitori, di ricevere cura, educazione e istruzione’, che individua quale principio cardine l’esclusivo interesse del minore.
Il tema dell’individuazione della PAS è alquanto delicato e complesso.
Spesso i Giudici sono investiti da casi in cui i figli si rifiutano di andare con il genitore non collocatario in quanto l’altro genitore mette in atto una serie di comportamenti denigratori e ostativi volti, appunto, all’alienazione, così come da casi in cui, al contrario, il genitore violento o, comunque non adeguato, ‘maschera’ la propria incapacità e giustifica il rifiuto del figlio ad un rapporto costante ed equilibrato accusando l’altro genitore di alienare la sua figura.
La sindrome di alienazione parentale si manifesta in diversi comportamenti tutti atti ad ostacolare il rapporto dei figli con l’altro genitore.
A titolo esemplificativo e non esaustivo : mentire sullo stato di salute del figlio per ostacolare il diritto di visita, impegnare il bambino in attività ricreative nei giorni di tenuta dell’altro genitore, parlar male dell’altro sottolineando mancanze o comportamenti non corretti cosi da figurare l’unica figura genitoriale che può proteggerlo, trasmettere al figlio la propria tristezza se è felice con l’altro genitore etc
I bambini che rimangono coinvolti in questa ‘triangolazione’ manifestano spesso dei sintomi ben precisi in quanto non si trovano più a loro agio con il genitore alienato, non sono più spontanei nell’esprimersi, diventano aggressivi e distaccati. Al contrario con il genitore alienante instaurano un rapporto patologico che li rende vittima di una manipolazione psicologica.
Il genitore alienante diventa, agli occhi del minore, la vittima con cui solidarizzare e l’alienato il genitore assente, aggressivo e negligente da cui allontanarsi.
La Suprema Corte (Cass civ 8.3.2013 n. 5847), pronuncia poi riconfermata, riconosce la PAS ribadendo che tra i requisii di responsabilità genitoriale figura anche la capacità di mantenere il legame con l’altro genitore ( Cass Civ n. 6919 8.4.2016)
Cosa succede, quindi, quando la PAS è accertata (solitamente con l’ausilio della Consulenza tecnica d’ufficio)?
Quando viene accertato che un genitore è alienante i Tribunali arrivano a disporre l’affido esclusivo dei minori al genitore alienato.
E non solo, nei casi più gravi l’alienazione parentale può essere considerata un vero e proprio fatto illecito ex art 333 cc (‘Condotta del genitore pregiudizievole ai figli) o addirittura reato ex art 574 cp (‘Sottrazione di persone incapaci’).
E’ di tutta evidenza quanto sia difficoltoso l’accertamento della PAS anche perché le conseguenti sono fortemente impattanti sulla vita dei minori.
Una recente pronuncia (Cass I sez civ n.1321) ha introdotto una novità , ovvero la possibilità di prevedere percorsi di recupero della capacità genitoriale tesi a rigenerare il positivo rapporto di accudimento, anziché l’allontanamento, nel caso de quo, in presenza di condotte materne non eccelse.
La citata sentenza quindi, esprime il principio secondo il quale la PAS non è sufficiente a disporre un affido esclusivo all’altro genitore.
La teoria della alienazione parentale è talmente complessa e di così difficile riconoscimento che non di rado confonde la violenza con il conflitto interno a una coppia che si sta separando, facendo presumere (contrariamente ai massimi principi del diritto) che uno dei due genitori è responsabile della qualità della relazione tra i figli e il genitore che ha agito con violenza, o, comunque negligente e assente.
La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 9691 del 2022, ha relegato la teoria della alienazione parentale in un campo “esterno” rispetto ai principi del nostro ordinamento definendo il concetto di sindrome da alienazione genitoriale come un “fondamento pseudoscientifico” di provvedimenti gravemente incisivi sulla vita dei minori.
La Corte ha dichiarato che «il richiamo alla sindrome d’alienazione parentale e ad ogni suo, più o meno evidente, anche inconsapevole, corollario, non può dirsi legittimo, costituendo il fondamento pseudoscientifico di provvedimenti gravemente incisivi sulla vita dei minori, in ordine alla decadenza dalla responsabilità genitoriale della madre».
Nel caso in questione, inoltre, la Cassazione ha sostenuto che l’interesse del minore prevale sul principio della bigenitorialità, che, quindi, non deve costituire una “forzatura” del nostro Ordinamento, ma deve essere valutata sulla singola fattispecie.
Con questa fondamentale pronuncia si sono posti dei limiti all’utilizzo della “PAS” come argomento di difesa e si dà maggiore importanza alle esigenze del minore, anche a scapito del principio della bigenitorialità.
Il Tribunale di Milano (sez IX civile decreto 9-11 marzo 2017), invece, nella valutazione di una caso di PAS ha ribadito che non si tratta di una patologia da indagare clinicamente ma di una serie di condotte rilevanti per emarginare e neutralizzare l’altra figura genitoriale.
Ha ribadito altresì che l’accertamento in giudizio di queste condotte impone, in caso di abuso dello strumento processuale da parte del genitore alienante , una pronuncia di condanna al risarcimento dei danni ex art 96 co II cpc
Ciò che emerge da questa sintetica analisi è che la PAS sia un fenomeno attuale e ricorrente degno di essere analizzato caso per caso nell’ambito giudiziario con tutti gli ausili tecnici necessari e che, quando accertato, debba necessariamente essere fatto cessare secondo le modalità ritenute più idonee a tutelare il benessere psico fisico dei minori, che non devono mai essere vittime strumentalizzate, in una situazione genitoriale conflittuale già per loro dolorosa
Emerge altresì che, al contrario, il genitore aggressivo, assente, negligente e disinteressato non può utilizzare la PA.S come strumento di discolpa della sua incapacità di essere genitore adeguato e di costruire relazioni equilibrate con i propri figli.
Avv. Daniela Magni
Avv. Laura Scattino