Cyberbullismo: quali tutele se mio figlio ne è vittima?

In questi ultimi tempi è capitato spesso, purtroppo, di episodi di bullismo tra i giovani e questo ha portato a renderci conto di quanto il problema della violenza stia diventando preoccupante.

 Ma accanto al bullismo avete mai sentito parlare di cyberbullismo?

Un numero sempre maggiore di giovani italiani dichiara di essere attualmente, o di essere stato in passato, vittima di violenze riconducibili al bullismo.

Molti di loro individuano in internet il contesto in cui sono avvenute queste forme di violenza.

Nell’ultimo anno di didattica a distanza, dovuta alle restrizioni per combattere la diffusione del Covid-19, si è registrato un forte aumento delle vittime di cyberbullismo, che ha aggravato una condizione di disagio già consolidata. 

Bulli e soprattutto cyberbulli, complice la pandemia, negli ultimi mesi potrebbero aver trovato degli alleati in più: la didattica a distanza e le restrizioni alla mobilità, che hanno portato i giovani a passare più tempo online. 

In generale, infatti, solo negli ultimi dodici mesi più di 1 ragazzo su 8 racconta di essere stato vittima di cyberbullismo. 

Infatti, circa il 91% degli adolescenti ha affermato di soffrire di solitudine in questo periodo di lontananza e di sospensione non solo della didattica in presenza, ma anche delle abitudini quotidiane e della regolarità dei rapporti umani.

Ecco, quindi, che la sfida al problema del cyberbullismo si fa quantomai complessa e determinante.

Il fenomeno del cyberbullismo può essere definito, semplificando i termini legislativi, come un insieme di atti di bullismo e molestia commessi tramite l’utilizzo dei nuovi mezzi di comunicazione. 

Si tratta, cioè, di un fenomeno che condiziona in negativo la sicurezza degli adolescenti durante la navigazione in rete, un’attività pressoché quotidiana. 

Capiamo, quindi, che l’utilizzo del web per porre in essere comportamenti umilianti e lesivi causa una diffusione pressoché incalcolabile del fenomeno.

Si amplifica cosi’ il carattere degradante e, quindi, la sofferenza della persona colpita. 

Essere vittima di questo tipo di violenza significa rimanere intrappolati in situazioni che possono far molta paura e dalle quali spesso non si sa bene come uscirne.

Tra le caratteristiche che più spiccano c’è sicuramente l’anonimato del perpetuatore.

Non vi è, tra questo e la sua vittima, un reale contatto vis-à-vis, che renderebbe immediate ed evidenti le conseguenze di un atto aggressivo di bullismo sulla vittima. 

Uno degli aspetti più problematici di questo fenomeno è proprio la velocità con cui le informazioni vengono trasmesse in rete.

Succede cosi’che la persona rimane letteralmente invischiata e incapace di liberarsi dalla tela costruita da questo macchinoso mondo virtuale. 

Il cyberbullismo, purtroppo, è capace di diffondere in pochissimi secondi qualsiasi messaggio, immagine, video, anche a contenuto sessuale, con l’aggravante di rendere colui che dà inizio alle danze completamente o in gran parte ignaro delle conseguenze di un simile gesto. 

Non è da dimenticare che non sempre i genitori hanno la possibilità di accorgersi facilmente di queste dinamiche, spesso rinchiuse in uno smartphone che ormai viene concesso a bambini e ragazzi sempre più precocemente.

Con un computer o uno smartphone, il bullo può reiterare le proprie condotte dannose anche ogni giorno, a qualunque ora e in qualunque luogo si trovi.

Per la vittima risulta molto difficile sottrarsi, e spesso cade nello sconforto e nella convinzione di non avere alcuna via di uscita.

Ma allora bisogna forse smettere di utilizzare internet e telefono per comunicare e divertirci con i nostri amici?

 Assolutamente no, perché per non rischiare di rimanere intrappolati in un episodio di cyberbullismo è semplicemente necessario stare molto attenti quando si è online.

Soprattutto, è bene conoscere quello che si può fare e quello che non si deve fare quando si utilizzano le nuove tecnologie per comunicare.

Cosa fare se si è vittime di cyberbullismo?

Può sembrare la risposta più scontata quando si parla di bullismo o cyberbullismo, ma è anche il punto di partenza indispensabile: non subire in silenzio questa violenza psicologica, ma reagire parlandone con persone fiducia. 

E’vero che il bullismo e il cyberbullismo non costituiscono, autonomamente considerati, un reato, ma è anche vero che alcune loro manifestazioni possono integrare gli estremi di singole fattispecie criminose anche molto gravi.

In quest’ottica ha agito il legislatore, che ha tipizzato la fattispecie del cyberbullismo con elementi costitutivi chiari e precisi.

Ne ha quindi permesso l’ingresso nell’ordinamento e la distinzione netta e definitiva rispetto al bullismo al di fuori delle piattaforme online. 

Inoltre, ha integrato la definizione con forme di tutela che partono dai contesti più vicini alla vittima, vale a dire la scuola e la famiglia, che possono diventare forme di prevenzione e/o di sostegno decisive.

Milioni di adolescenti ogni giorno condividono le emozioni, le immagini e i pensieri su piazze virtuali che diventano, specialmente nell’ultimo anno, le piazze principali della loro quotidianità.  

Su queste piattaforme riversano buona parte della loro vita, dandogli un peso così importante da incidere notevolmente sulla percezione che hanno del mondo e di loro stessi. 

E’ per questo che è importante segnalare il problema a qualcuno più grande che ci può aiutare.

 Possono essere i genitori, gli amici, gli insegnanti. 

Questo è decisivo perché se vengono individuati dei comportamenti illeciti, questi devono essere comunicati alle autorità competenti attraverso un legale di fiducia.

Per affrontare il bullismo, una buona comunicazione tra la scuola (insegnati, dirigente etc.) e i genitori assume un ruolo centrale. 

Entrambi questi contesti, hanno il dovere di fornire degli esempi positivi di comportamento ai più giovani, soprattutto all’interno di un’ottica di prevenzione.

In ogni caso, è sempre bene avvalersi dell’esperienza di un legale di fiducia, che può indicarci la strada per la miglior tutela.

Avv. Laura Scattino

Avv. Daniela Magni

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